Medicina di sopravvivenza: dal protocollo M.A.R.C.H. alla farmacia della natura


L'approccio tattico alla medicina d'emergenza, forgiato in contesti dove l'aiuto non è un'opzione, si basa su una gerarchia di priorità spietatamente logica. La domanda non è "cosa posso fare?", ma "cosa ucciderà questa persona per primo?".

Questa mentalità si cristallizza in un protocollo che ogni operatore impara a eseguire quasi istintivamente, un algoritmo salvavita che impone ordine nel caos: il protocollo M.A.R.C.H.

Il significato di M.A.R.C.H.

Questo acronimo definisce le priorità assolute nella gestione di un trauma grave. Ogni passo segue il precedente solo se il primo è stato risolto.

  • M - massive hemorrhage (emorragia massiva)
  • A - airway (vie aeree)
  • R - respiration (respirazione)
  • C - circulation (circolazione)
  • H - hypothermia/head injury (ipotermia/trauma cranico)

Gestire un'emergenza sul campo: il protocollo in azione

Immaginiamo uno scenario: un compagno scivola su un ghiaione in montagna. Una roccia affilata provoca una profonda lacerazione sulla coscia. Il sangue sgorga, rosso vivo e pulsante. Il panico suggerirebbe di pensare al dolore o a chiamare aiuto. La mentalità tattica, invece, ignora tutto il resto. In questo momento, esiste solo l'emorragia.

Secondo il protocollo M.A.R.C.H., questo è il primo nemico. La tua prima azione, però, non è sul ferito, ma su te stesso: garantisci la tua sicurezza. Sei in una posizione stabile? Solo allora intervieni.

Opzione 1: il tornello tattico (tourniquet)

Il tuo kit tattico è un'estensione della tua volontà. Ignora i cerotti. Le tue mani vanno dirette al tornello tattico (CAT). Non c'è tempo per esitazioni.

  1. applica "in alto e stretto" sull'arto, il più vicino possibile all'inguine, anche sopra i vestiti per guadagnare secondi preziosi.
  2. stringi la cinghia e ruota il bastone applicatore fino a quando il sanguinamento si arresta completamente. Non deve rallentare, deve cessare.
  3. fissa il bastone e annota l'ora di applicazione, un'informazione vitale per i soccorritori.

Solo ora, con l'emorragia massiva sotto controllo, puoi passare al punto successivo dell'algoritmo.

Opzione 2: garza emostatica e benda a pressione

Se l'emorragia fosse in una zona dove il tornello non è applicabile (es. ascella, inguine), l'approccio sarebbe diverso ma altrettanto aggressivo.

  1. esponi la ferita, tagliando i vestiti con le forbici da trauma.
  2. zaffa la ferita con una garza emostatica (impregnata di agenti come il caolino). Spingila con forza all'interno, cercando l'origine del sanguinamento. È un'azione dolorosa ma necessaria.
  3. applica pressione diretta e costante per almeno 3-5 minuti, usando il peso del tuo corpo.
  4. applica una benda da pressione (come la "benda israeliana") per mantenere una pressione focale e costante, liberando le tue mani.

Oltre l'emorragia: le fasi successive del M.A.R.C.H.

Risolto il problema critico, segui il resto del protocollo:

  • vie aeree (airway): il ferito è cosciente e parla? Se sì, le vie aeree sono pervie. Se è incosciente, posizionalo per evitare che la lingua ostruisca la gola.
  • respirazione (respiration): il torace si muove simmetricamente? Cerca ferite da perforazione che potrebbero causare uno pneumotorace.
  • circolazione (circulation): controlla lo stato di shock e cerca eventuali altre emorragie minori.
  • ipotermia (hypothermia): un corpo traumatizzato perde calore rapidamente. Isolare il ferito dal suolo e coprirlo con una coperta isotermica non è un comfort, è una procedura medica essenziale.

Questo approccio trasforma un kit di primo soccorso da una scatola di medicazioni a un sistema integrato di sopravvivenza.

Quando il kit finisce: la transizione alla medicina naturale

Ma cosa succede quando i giorni passano e il kit si esaurisce? Qui, la mentalità del survivalista evolve: da tecnico a naturalista. L'ambiente diventa la tua farmacia. Questa è una conoscenza ancestrale che richiede studio e un'identificazione certa al 100%. Un errore può essere fatale.

Antisettici e antibiotici naturali

Hai finito le garze e i disinfettanti. La ferita, sebbene stabilizzata, rischia l'infezione.

  • resina di conifera: la resina di pino, abete o larice è un formidabile antisettico e antibatterico. Raccoglila, scaldala leggermente e, dopo aver pulito la ferita con acqua purificata, applicala direttamente. Creerà una barriera protettiva, un cerotto biologico.
  • usnea (barba di bosco): questo lichene, che pende dai rami in ambienti umidi, è un potente antibiotico naturale. Per riconoscerla, tira un filamento: l'involucro esterno grigio-verde si romperà, rivelando un sottile filo interno bianco ed elastico. Puoi farne un impasto con acqua e applicarlo come cataplasma.

Immobilizzare una frattura con risorse di fortuna

Il tuo SAM Splint si è rotto. La natura offre la soluzione.

  • stecche: usa rami dritti e robusti, abbastanza lunghi da superare le articolazioni a monte e a valle della frattura.
  • imbottitura: lo sfagno, il muschio delle zone umide, è perfetto. È soffice, assorbente e leggermente antisettico.
  • legacci: la corteccia interna di alberi come il tiglio o il salice fornisce fibre resistenti. In alternativa, puoi usare le radici sottili e pulite di alcune conifere.

La vera resilienza: mente, kit e ambiente

Questa transizione dall'equipaggiamento moderno alle risorse naturali non è un fallimento, ma l'apice della resilienza. Sapere che una frattura necessita di immobilizzazione è la conoscenza; saperla immobilizzare con due rami e della corteccia è la competenza.

La medicina di sopravvivenza è un dialogo a tre voci:

  • la tua mente: calma e analitica.
  • il tuo kit: gli strumenti per gestire il trauma immediato.
  • l'ambiente: un sostegno illimitato, se sai come chiederlo.

Padroneggiare questo dialogo significa essere veramente preparati, non solo a sopravvivere, ma a prevalere su qualsiasi avversità.

E tu, quali sono le tue esperienze con la medicina di sopravvivenza? Hai mai dovuto usare risorse naturali in emergenza?

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